Scomposti, Esposti, Intermittenze, Fratture, Fratture multiple, Fratture complesse, Fratture sonore
ll progetto è una sfida con l’unicità dello strumento utilizzato: la fotografia istantanea, in particolare la polaroid. Manipolare attraverso accostamenti, tagli, ricostruzioni, assemblamenti, scomposizioni e ricomposizioni un materiale su cui non si può più tornare indietro diventa un esercizio di pensiero lento, di attesa, di sfida, di paura anche, paura di sbagliare. Una necessità sicuramente è il riappropriarsi dell’errore non rimediabile e che non vuole essere rimediato. L’utilizzo dell’autoscatto diventa un modo per allontanarsi, ritrovarsi, riconoscersi e poi perdersi nuovamente. L’identità si specchia nella propria ombra, nel ricordo, nel sogno.
Scrive a riguardo Monica Mazzolini: “Nel passaggio da istante a oggetto tangibile Francesca Della Toffola si trasforma in demiurgo. I suoi interventi sulle stampe evidenziano lo scavo psicologico che, oltrepassando i limiti della superficie e del corpo in essa imprigionato, creano nuovi limiti, un nuovo fulcro ed una differente misura ma anche inediti varchi e barriere, relazioni tra luce e oscurità.”
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